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Grazie a questa sonda vennero sfatati i miti del XIX secolo relativi alla presenza di una civiltà sulla sua superficie e si capì che il grande canale visto da Percival Lowell nel 1890 era solo una illusione ottica; rivelò comunque la presenza di canaloni che in passato avevano contenuto dell'acqua. Studiò l'atmosfera e rilevò un debole campo magnetico intrinseco; studiò inoltre lo spazio interplanetario durante il viaggio Terra-Marte e vicino a Marte. |
Entrambe avevano il compito di volare attorno all'equatore e all'emisfero sud marziano; nessuna delle due acquisì dati durante il viaggio, in quanto erano "riservate" a Marte che riuscirono a sorvolare ad una distanza ravvicinata di 3.500 km. La Mariner 6, partita il 24 febbraio 1969, raggiunse Marte il 31 luglio dello stesso anno; trasmise 75 immagini, di cui una trentina riprese da 1 milione di chilometri e le rimanenti da distanza ravvicinata. La Mariner 7 partì il 27 marzo del 1969, raggiunse Marte alla minima distanza il 4 agosto del 1969, dalla quale trasmise 126 foto dell'emisfero meridionale. |
La Mariner 9 partì il 30 maggio del 1971, raggiunse Marte il 3 novembre e si posizionò su un'orbita ellittica di 1350x17700 Km il 24 novembre dello stesso anno; fu la prima sonda in assoluto a orbitare attorno ad un pianeta diverso dalla Terra, completò due orbite al giorno per un anno intero. |
Le due sonde gemelle Viking comprendevano due veicoli: uno progettato per entrare in orbita intorno a Marte e l'altro destinato ad atterrare sulla sua superficie, entrambe le sonde dovevano effettuare anche studi sui micro-organismi marziani. La sonda Viking 1 venne lanciata il 20 agosto 1975 ed entrò in orbita attorno a Marte il 19 giugno 1976, il 20 luglio il lander del Viking 1 atterrò con successo a Chryse Planitia, un largo canalone nell'emisfero settentrionale molto più accidentato del previsto; l'atterraggio venne posticipato per la scelta di un luogo più idoneo di quello programmato utilizzando le riprese del Mariner 9 per un mese. |
Le immagini panoramiche e a colori inviate a Terra dai Lander permisero di conoscere la superficie con una risoluzione che arrivava a poche decine di metri. I moduli effettuarono molte analisi del suolo, ma non rilevarono tracce di vita. L'esistenza di una forma di vita complessa era già stata scartata nelle precedenti missioni, a causa dell'atmosfera troppo rarefatta, praticamente priva di ossigeno e vapore acqueo, per le basse temperature e per l'intensa radiazione ultravioletta. Gli Orbiter continuavano il loro moto intorno al pianeta ottenendo 52 mila immagini per monitorarne il tempo meteorologico e mappare la superficie, scoprendo che il colore della superficie cambia quando il vento spinge la polvere da una regione ad un'altra. |
Di sicuro fra le 52 mila l'immagine più famosa è quella presa nel 1976 della faccia nella regione chiamata Cydonia, faccia che ha ispiarto molti film di fantasciaenza, in cui si ipotizzava fosse un monumento lasciato dagli antichi abitanti del pianeta (tipo le statue dell'Isola di Pasqua sulla Terra), ma la cui vera natura è stata rivelata dalle immagini del Mars Odyssey circa 25 anni dopo. L'immagine che uscì di Marte grazie a tali missioni fu di un pianeta con vulcani, pianori lavici, canyons immensi, aree piene di crateri, strutture formatesi a causa del vento; la temperatura varia, nei siti di atterraggio, tra i 150°K e 250°K, con una escursione termica oltre i 35-50 °K. Furono anche scattate dettagliatissime foto dei satelliti Phobos e Deimos. |
Si tratta della seconda missione Discovery della NASA a basso costo, venne lanciata il 4 dicembre 1996 su un razzo vettore Delta II ed il suo Lander (Sagan Memorial Station) è atterrato su Marte (nella Ares Vallis, il più grande letto fluviale del pianeta) il 4 luglio 1997 direttamente dall'orbita di trasferimento, ad una velocità di 7300 m/s; il Rover Sojourner, protetto durante la discesa da tre pannelli solari (i petali ), scese dal Lander il 6 luglio. Per circa 3 mesi ha inviato sulla Terra una grande quantità di dati, soprattutto grazie al Rover Sojourner che ha percorso la zona attorno al Lander fino ad una distanza di alcune decine di metri; l'altro modulo della sonda (il sistema di trasmissione) gestiva la raccolta e l'invio dei dati a terra. |
È la prima missione di un sostenuto programma di esplorazione di Marte tramite robot. La sua partenza era inizialmente fissata per il 6 novembre 1996, ma a soli 66 secondi dal decollo venne rinviata di 24 ore, a causa della pioggia e del forte vento presente nell'alta atmosfera, che avrebbe potuto piegare il razzo. Lanciata con un vettore Delta II è arrivata su Marte il 12 settembre 1997, ma a causa di alcune malfunzioni, ha cominciato a raccogliere dati con continuità solo da metà marzo 1999. Per due anni l'Orbiter ha compiuto un'orbita quasi circolare polare ogni 2 ore, così, da ottenere una copertura totale del pianeta ogni 7 giorni, allo scopo di fornire una mappa dettagliata della superficie marziana relativamente alla morfologia, topografia, composizione, gravità, dinamica dell'atmosfera e campo magnetico; del pianeta. |
Grazie a quanto osservato dalla sonda si è giunti ad una stima molto accurata di quanta acqua c'è nelle calotte polari del pianeta. Nel gennaio 2001 è terminata la prima parte della sua missione durata un anno marziano (687 giorni terrestri), ma c'è stata una estensione della missione e la sonda ha continuato a raccoglierte dati fino ad aprile 2002. Nei due anni successivi l'orbiter è stato usato come satellite di comunicazione tra i landers delle missioni Mars Surveyor e la Terra. Tale sonda è stata costruita utilizzando parte delle strumentazioni progettate per la Mars Observer per analizzare la composizione minerale del suolo di Marte e studiarne l'atmosfera e le nubi di polvere. Tra gli strumenti appositamente costruiti per questa missione c'è uno spettrometro infrarosso per misurare il riscaldamento e raffreddamento diurno-notturno del suolo; un altimetro laser per mappare la morfologia verticale del territorio con una risoluzione di 10 metri; un magnetometro per individuare la presenza di un eventuale campo magnetico; telecamere per ottenere mappe a grande campo e ad alta risoluzione dell'intero pianeta, fino ammettere in evidenza particolari di soli 2 o 3 metri. |
Missione giapponese che avrebbe dovuto durare un anno marziano (circa due terrestri) e che una volta entrato in orbita avrebbe dovuto studiare la parte alta dell'atmosfera, la sua interazione col vento solare e le polveri in essa presenti e che orbitano attorno a Marte; in particolare la struttura, la composizione e la dinamica della ionosfera. Inoltre avrebbe dovuto analizzare il campo magnetico intrinseco, la penetrazione del vento solare nel campo magnetico e la struttura della magnetosfera.
Si spera anche di poter estendere la missione di tre o quattro anni terrestri facendole studiare Phobos e Deimos. Lanciata il 3 luglio 1998 col vettore M-V-3, ha incontrato Marte nel dicembre 2003; l'incontro, previsto in ottobre 1999, è stato rimandato di 4 anni. |
Dopo la prima orbita di avvicinamento, durata 25 giorni, per 76 giorni si è avvicinato alla superficie di Marte, sfuttando l'azione di frenamento causata dall'attrito con l'atmosfera marziana (aerobraking), per stabilizzarsi su un'orbita un'orbita circolare che completera ogni 2 ore, ad un'altitudine media di 378 km. La sua missione scientifica è iniziata il 19 febbraio 2002 e avrebbe dovuto durare 917 giorni terrestri terminando il 5 agosto 2004, ma per poter vedere l'evoluzione negli anni dei ghiacci polari, delle nubi atmosferiche e delle tempeste di sabbia che spazzano il pianeta la missione à stata prolungata fino al settembre 2006. Durante la sua missione l'Odyssey sta analizzando la mineralogia e la morfologia della superficie, l'abbondanza di idrogeno negli strati superficiali del pianeta, la presenza di acqua al di fuori delle calotte polari (in pozze superficiali o sotterranee) e sta studiando la radiazione ambientale per conoscere i rischi che dovranno affrontare gli esploratori umani. |
Nel frattempo ha svelato il mistero della faccia fotografata nel 1976 dai Viking nella regione denominata Cydonia. Già una immagine acquisita nel 1998 aveva mostrato che si tratta va di una immensa montagna molto "tormentata", ma l'8 aprile 2001 l'Odyssey ne ha scattato una fotografia da 450km di distanza dalla superficie, con una risoluzione di circa 2 m/px. Questi studi sono effettuati utilizzando i tre strumenti presenti a bordo dell'Odyssey: THEMIS (Thermal Emission Imagining System per la mineralogia, GRS (Gamma Rey Spectrometer per il rilevamento dell'idrogeno) e MARIE (Mars Radiation Environment Experiment) per la radiazione ambientale, di costruzione russa. Il GRS, analizzando i raggi γ provenienti dalla superficie marziana, può calcolare l'abbondanza e la distribuzione superficiale dei vari elementi chimici (in particolare dell'idrogeno). |
Un'altro compito dell'Odyssey è di fare da ponte-radio con i Lander che sono atterrati e atterrerano sulla superficie di Marte dal 2003: circa l'85% delle immagini giunte a Terra da Spirit e Opportunity sono state ritrasmesse dall'Odyssey; inoltre monitorerà le condizioni atmosferiche del pianeta durante i mesi di aerobraking del Mars Reconaissance Ortbiter. |
È un progetto ESA ed è stato lanciato il 2 giugno 2003 su un vettore Soyuz-Fregat dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakhistan. Ha incontrato Marte il 25 dicembre 2003 e lo stesso giorno ha sganciato il "rover" Beagle 2, che dopo 5 giorni si egrave; probabilmente schiantato su Marte, all'inizio della primavera marziana; nel frattempo il Mars Express Orbiter si è posizionato su un' orbita polare ad una distanza variabile tra i 250 km all'apoastro e gli 11-10 km circa al periastro. È al periastro che l'Orbiter è in contatto con la Terra. |
Il nome Express della missione deriva dalla velocità con cui la sonda ha raggiunto Marte, infatti era da 60 mila anni che la Tera e Marte non erano così vicini. Inoltre la costruzione sia della sonda che degli strumenti è stata fatta in tempi brevi, in quanto la prima si basa sul progetto della sonda Rosetta, i secondi sonoin gran parte una copia degli strumenti della missione russa fallita Mars 96. |
Il Beagle 2 doveva posarsi sulla pianura Isidis Planithia Besim, nell'emisfero Nord, purtroppo dopo ripetuti tentativi di comunicazione il rover è stato dichiarato perso il 6 febbraio 2004. Avrebbe dovuto studiare le caratteristiche geologiche, mineralogiche e geochimiche del sito di atterraggio, oltre a raccogliere dati sulle proprietà fisiche dell'atmosfera e della superficie circostante, sulla meteorologia e la climatologia marziana. Tutto ciò grazie anche all'uso di un braccio robotizzato che avrebbe raccolto i campioni depositandoli poi sui vari strumenti presenti nel rover per l'analisi; doveva inoltre rilevare eventuali segnali di vita sul pianeta. |
La missione del Mars Orbiter è rimasta quella originaria, cioè acquisire foto ad alta risoluzione del pianetra (fino a 10m/pixel), per studiarne la geologia, per mapparlo mineralogicamente e per studiarne la struttura subsuperficiale; per quanto riguarda l'atmosfera ne sta studiando la composizione e i flussi, per conoscere le interazioni atmosfera-superficie e atmosfera-mezzo interplanetario. Sull'Orbiter ci sono 6 strumenti costruiti da vari paesi europei: |
Pur essendoci stati dei problemi all'inizio, a causa di ritardi nel dispiegamento di due delle tre antenne presenti sull'Orbiter, fin dalle prime osservazioni i dati forniti da tale missione sono stati entusiasmanti. La prima immagine inviata a Terra ha mostrato la Valle Marineris da un'altezza di 275 km, con dei dettagli mai visti prima, inoltre il 23 gennaio 2004 la sonda ha fornito la prima prova diretta della presenza nel polo sud di Marte di acqua. |
Si tratta di una missione in due fasi, in quanto è costituita da due "robottini" gemelli, Spirit e Opportunity lanciati separatamente che sono atterrati sul pianeta Marte l'uno dalla parte opposta del luogo di atterraggio dell'altro. I rover si trovavano all'interno di un "lander" che era protetto da un guscio posteriore (backshell) di forma conica e dal piatto scudo termico in quanto al momento dell'ingresso nell'atmosfera marziana, ad una velocità di 20 mila km all'ora, la temperatura esterna dei gusci era di 2000 gradi centigradi. Quando la navicella ha raggiunto i 600 km orari lo scudo termico è stato sganciato, dal backshell è fuoriuscito un paracadute supersonico e il lander è stato calato ad alcuni metri dal guscio grazie ad una lunga corda. Ciò ha permesso l'accensione dei retrorazzi presenti nel backshell a pochi metri dal suolo senza che si danneggiasse il lander, portando la velocità di caduta quasi a zero. |
Nel frattempo si erano dispiegati i numerosi airbag me poi è stata tagliata la corda che teneva il lander legato. Mentre il lander rimbalzava sulla superficie per circa 10 minuti, il guscio col paracadute si è allontanato, grazie al fatto che i retrorazzi erano ancora accesi.
A causa dell'enorme interesse suscitato da questa missione, anche a seguito della perdita del rover Beagle 2 dell'ESA, l'atterragio di entrambi i rover è stato seguito via Internet in tempo reale. È importante notare che i lander dei due rover costistuivano solo un guscio protettivo, contrariamente a quello del Pathfinder che conteneva anche strumenti di analisi e studio del pianeta oltre al rover Sojourner; inoltre la loro forma a tetraedro faceva in modo che su qualunque lato si fosse fermato all'apertura dei tre petali doveva per forza poggiarsi sulla base, facendo uscire il rover senza problemi. |
Durante il viaggio tutte le parti mobili dei rover erano state ripiegate e ancorate al corpo, per cui, una volta aperto il lander, per poter iniziare la loro missione i robot hanno dovuto "dispiegare" i pannelli solari e le ruote anteriori, arretrare le ruote posteriori e innalzare la telecamera panoramica ed infine tagliare i cavi di sicurezza. Dopo 9 Sol (il Sol è il giorno marziano, che dura 24h 37m) dall'arrivo hanno dispiegato il braccio meccanico. I due rover possono muoversi sulla superficie marziana ad una velocità media di 4-5 cm/sec, inoltre sono totalmente autonomi, nel senso che i tecnici da terra decidono quale punto della suprficie devono raggiungere e i rover decidono il percorso migliore per evitare gli ostacoli più grandi. Entrambi i rover avrebbero dovuto concludere la missione 90 Sol dopo l'atterragio (circa 4 mesi dopo), ma dopo quasi due anni dall'atterragio stanno ancora trasmettendo immagini e dati sulla sul pianeta. |
Una volta trasmesse le prime immagini e terminati i test il rover si è allontanato a fatica dagli involucri del lander, in quanto la via d'uscita principale era ostruita dagli airbag sgonfi, per cui il rover si è dovuto girare e uscire da una delle due vie d'emergenza previste. Non è stato l'unico problema che Spirit ha avuto, il 22 gennaio 2004 (Sol 19) il rover ha inviato un segnale di guasto, a cui hanno fatto seguito prima trasmissioni frammentarie poi il silenzio radio per alcuni giorni. |
Analizzando dettagliatamente varie rocce tra il cratere di Gusev, la zona denominata Clovis, le Columbia Hill (dove è giunto nell'agosto 2004) e le Humprey Hill (dove è giunto nell'agosto 2005), in particolare le rocce denominate Humprey, Mazatzal e Tetil, Spirit ha trovato indizi della passata presenza di acqua. Purtroppo analisi così approfondite non sono più possibili dalla metà dell'ottobre 2005 in quanto il RAT non &egarve, più utilizzabile: il materiale abrasivo della mola si è completamente consumato a causa del numero delle perforazioni effettuate durante la missione, numero molto superiore a quelle garantite dal fabbricante. |
I suoi obiettivi erano e sono gli stessi del gemello Spirit: scattare fotografie al pianeta, raccogliere campioni di roccia e verificare la presenza di acqua nel sottosuolo. Dopo sette giorni il rover ha cominciato la sua missione sul pianeta e il 4 febbraio 2004 ha inviato delle immagini prese dal microscopio in cui accanto ai granelli di sabbia c'erano anche delle "sferule" misteriose (dette blueberries), che successivamente Opportunity ha trovato anche all'interno di alcune rocce "molate" col RAT fra cui la "Pilbara". Grazie alle analisi effettuate da Opportunity sulle rocce è stata trovata dell'ematite (un minerale che normalmente si forma dentro l'acqua) e il 2 marzo 2005 la NASA ha comunicato di ritenere che in passato su Marte ci fosse dell'acqua. Il rover inizialmente si è diretto dal cratere dell'Aquila al cratere Endurance, attraversando le regioni dell'Anatolia e di Fram, per poi dirigersi verso i resti del suo scudo termico. |
Anche Opportunity ha avuto i suoi guai tecnici; intanto ha dovuto effettuare vari tentativi per uscire dal cratere dell'Aquila, infatti a causa della pendenza del bordo e della scarsa aderenza delle ruote il rover scivolava indiertro con parte del terreno. Sembra che la sabbia sia nemica di Opportunity, infatti dall' 1 settembre 2004 è rimasto per diversi Sol prigioniero delle dune del cratere Endurance: più cercava di avanzare e più retrocedeva. In contemporanea una sferula si era incastrata nella lama del RAT impedendone l'utilizzo per due settimane. Il 24 ottobre 2004 si è temuto di dover dire addio a Opportunity, in quanto nel tentativo di fargli aggirare la roccia Wopmay, posta sul crinale del cratere Endurance,si è insabbiato e solo dopo 6 giorni di tentativi Opportunity si è liberato e ha proseguito la sua missione. |
È una sonda della NASA partita il 12 agosto 2005 da Cape Canaveral con un vettore Atlas V, ha incontrato Marte il 10 marzo 2006 e dopo opportune manovre si è posizionata su un'orbita polare ellittica: periastro a 300 km dalla superficie, apoastro a 45000 km; durante l'inserimento nell'orbita stazionaria la sonda ha raccolto dati sul campo magnetico marziano. Raggiunto Marte gli orbiterà attorno per quattro anni con un periodo orbitale di 35 ore, sia per esplorarne la superficie (prima fase della missione, della durata di due anni) che per fare da ponte radio per i robots che atterreranno sul pianeta successivamente; ci si aspetta comunque una estensione di entrambe le fasi della missione. La sonda è dotata di strumenti di analisi e trasmissione all'avanguardia: è in grado di trasmettere una quantità di dati 10 volte superiore a quella delle sonde Mars Global Surveyor, Mars Odyssey e Mars Express. |
Altre missioni fallite sono state la Zond 2 (30 novembre 1964), con cui si sono persi i contatti durante il viaggio di andata, la Kosmos 419 (10 maggio 1971), che non è riuscita a lasciare l'orbita terrestre, e le due Phobos. Phobos 1, partita il 7 luglio 1988, doveva studiare la luna di Marte Phobos, ma si perse durante il tragitto Terra-Marte a causa di un comando sbagliato; la Phobos 2, lanciata il 12 luglio 1988, ha preso alcune immagini di Phobos mentre era in orbita, ma è fallita nella fase finale: il Lander si è perso e non ha mai raggiunto la superficie di Phobos. |
Il Mars Climate Orbiter partì il 10 dicembre del 1998, dopo un paio di mesi di aerobraking (il frenaggio aerodinamico) avrebbe dovute entrare in orbita nel novembre del 1999, ma a causa di un errore di navigazione (le miglia non erano state trasformate in km) invece di entrare in orbita a 140-150 km dalla superficie entrò nell'atmosfera marziana a soli 57 km dal pianeta e venne distrutto dall'impatto. La Mars Polar Lander è partita il 3 gennaio 1999 ed è atterrata su Marte il 3 dicembre 1999; in seguito non stato è stato rilevato alcun segnale. |
Le Deep Space 2 erano due Probe (Amundsen e Scott) lanciati con lo stesso vettore del Polar Lander, dal quale si sono staccati pochi secondi dopo del Polar; la parte inferiore di tali sonde avrebbe dovuto penetrare nel suolo per circa 2 metri, purtroppo dal 3 dicembre 1999, data in cui sono "penetrati" su Marte, non si è mai riusciti a contattarle, per cui la missione è stata dichiarata persa. |
Sono state proposte alla comunità scientifica una serie di piccole missioni poco costose, le Scout, che dovrebbero portare sulla superficie di Marte delle piattaforme con apparecchiature scentifiche usando o piccoli lander, o dei palloni, o ancora dei piccoli aeroplani. Al momento sono previste 4 missioni Scout: Phoenix, SCIM (Sample Collection for Investigatio of Mars), ARES (Aerial Regional-scale Environmental Survey) e MARVEL (Mars Volcanic Emission and Life scout). |
È la prima delle missioni Scout inviate su Marte, è partita il 5 agosto 2007, con un giorno di ritardo causa maltempo. Si tratta di un lander che atterrerà dopo nove mesi nel polo nord ghiacciato marziano, ad una latitudine tra 65 e 75 gradi e che per 150 giorni marziani ne studierà la superficie e le zone atmosferiche al di sopra, fino ad un'altezza di 20 km. Per poter studiare gli strati di ghiaccio d'acqua il Phoenix è dotato di un braccio robotico che perforerà i vari strati fino a mezzo metro di profondità; tali strati, che presenteranno differenze dovute ai cambiamenti climatici stagionali, potrebbero contenere dei composti organici necessari alla vita. |
Sarà il successore del Mars Exploration Rover; si tratta di un laboratorio scientifico mobile che è schedulato per il 2009. Dovrà valutare il potenziale biologico almeno della zona di atterraggio; si spera di poterlo far spostare come è successo per Spirit e Opportunity per fargli analizzare anche zone abbastanza distanti. In tali zone raccoglierà campioni del terreno e di rocce per studierne le caratteristiche geologiche e geochimiche, inoltre cercherà dei componenti organici; effettuerà anche uno spettro a banda larga della radiazione superficiale del pianeta. La missione dovrebbe durare 1 anno marziano (687 giorni). |
Nella seconda decade del 2000 sono previste varie missioni con orbiter, rover e lander, che dovrebbero riportare sulla Terra altri campioni di rocce e di suolo marziani. I piani attuali prevedono che la prima di queste missioni verrà lanciata nel 2014 e la seconda nel 2016, ma l'intensificarsi delle missioni per Marte fa sperare in una "accelerazione" della schedula delle missioni, facendo anticipare la prima missione al 2011. |
Le immagini e parte delle informazioni presenti in questo capitolo sono reperibili nei seguenti siti Internet:
www.exploringmars.org/missions
marsrovers.jpl.nasa.gov
mars.jpl.nasa.gov
www.pianeta-marte.it
marsoweb.nas.nasa.gov
Siti in cui è possibile avere una cronologia delle missioni spaziali in tutto il sistema solare:
www.solarviews.com/eng/craft1.htm
www.planetscapes.com/solar/eng/craft2.htm
nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/chrono.html