La Luna nell'arte
Lo spettacolo incantato di una notte lunare è contemplato con occhi sognanti da Saffo, in una sua poesia di cui ci è rimasto solo l'indimenticabile inizio.
| Le stelle intorno all'incantevole Luna
d'un lampo celano la loro immagine fulgente
ogni qual volta essa nel suo completo splendore
scintilla argentea su tutta la Terra.
Mentre in Saffo le stelle nascondono "la loro immagine fulgente" dinanzi alla
Luna, nel libro VIII dell'Iliade di Omero (Il. VIII, 555-556) sono presenti sia la luna che le
stelle.
Come le stelle in cielo, intorno alla Luna lucente
brillano ardendo, se l'aria è priva di venti.
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Giacomo
Leopardi si è rivolto spesso alla Luna nelle sue liriche.
Da "La sera del dì di festa":
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la Luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna. da "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia"
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare ai sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli?
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le ha inoltre dedicato un'intera poesia: da "Alla luna":
O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
| Nella poesia "Die fruhen Graeber" (Le tombe precoci) di Gottlieb F. Klopstock,
poeta tedesco del XVIII secolo, nella traduzione inedita del Prof. Francesco
Zaccanti, l'astro della notte è salutato cosi': Benvenuta sei tu Luna d'argento,
bella e silente della notte amica,
compagna al mio pensier non fuggir, resta!
Ella riman, la nube l'accarezza.
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Il tema della notte lunare è dipinto in una splendida terzina del XXIII canto del Paradiso di Dante, ricca di musicalità, in cui compare il verbo "ridere" detto della Luna (Trivia), che brilla fra le stelle (le ninfe eterne), che riempiono di luce e colore ogni parte del cielo:
Quale nè plenilunii sereni
Trivia ride tra le ninfe eterne
che dipingono il ciel per tutti i seni.
Soffusa di delicata ed esistenziale malinconia è la
contemplazione della signora della notte del poeta argentino Jorge Luis Borges nella lirica "A Maria Kodama":
C'è tanta solitudine in quell'oro.
La Luna delle notti non è la Luna
che vide il primo Adamo. I lunghi secoli
della veglia umana l'hanno colmata
di antico pianto. Guardala, è il tuo specchio. | |
R. De Chateaubriand, in un brano tratto da "Il genio del Cristianesimo", così descrive il sorgere della Luna:
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Un'ora dopo il calar del sole la Luna si mostrò, al lato opposto dell'orizzonte,
al di sopra degli alberi. Una brezza carica di profumi,
ch'essa portava con sè dall'oriente, sembrava precederla nelle foreste,
come il suo fresco respiro.
La nostalgia ispira a Silvio Pellico questo pensiero nel capitolo 22 de "Le Mie Prigioni":
Era una bellissima notte con lume di Luna. Io guardava quelle care vie, nelle quali aveva passeggiato tanti anni così felice.... |
La Luna è osservata da Pinocchio (capitolo 35) da un posto inconsueto:
Pinocchio, affacciandosi al principio della gola e guardando in su, poté vedere, al di fuori di quella enorme bocca spalancata, un bel pezzo di cielo stellato e bellissimo lume di Luna.
Lo splendore della Luna sopra una foresta ispira anche a I. Calvino nel capitolo VIII de "Il cavaliere inesistente" una scintilla di poesia:
La Luna inargentava la foresta.
© Loretta Solmi, 2011
Adapted For The Hell Dragon Web Site