Il gruppo
Gli uomini sono esseri socievoli; nei tempo antichi si aggregavano in tribu', gruppi di famiglie imparentate, strutturate in modo grossolanamente gerarchico. Poi le tribu' si sono ingrandite sono diventate citta', nazioni, e adesso tutto si sta mescolando in un'unica grande tribu' caotica. In questo caos il gruppo si disperde e si finisce per essere soli, anche perche' nella societa' di oggi, i singoli possono essere autosufficienti e non aver piu bisogno del gruppo per vivere. Anche la struttura famigliare finisce per essere composta da pochi individui.
Ma, sotto sotto, si sente sempre la necessita' di una piccola tribu' cui appartenere, e la palestra finisce per rappresentare proprio questo. E c'e' anche una specie di struttra gerarchica: il Maestro, o l'istruttore, che fa da guida, poi i piu' vecchi ed esperti, (chiamati sempai nelle arti marziali), ed i novizi. Poi ci si ritrova anche al di fuori degli allenamenti, al ristorante, in birreria, o si fanno trasferte e gare insieme. E' anche un modo di evadere dallo stress e dalla quotidianita'.
Un gruppo sereno e coeso, ove non sorgano tensioni, e' una motivazione forte per restare in una palestra, o, nello specifico, per continuare a fare arti marziali. Non e' in genere la motivazione che spinge a iniziare, ma spesso la maggior motivazione per restare.
Il problema e' quando sorgono tensioni nel gruppo: troppa pressione su atleti capaci, problemi affettivi, con gelosie e litigi di coppia, poca inclusivita', personalita' troppo esuberanti, egocentrismo eccessivo. Ho visto diverse palestre disfarsi per problemi di gruppo.
Tenere un gruppo coeso e sereno e' difficile, ma puo' essere la chiave vincente per evitare abbandoni.