Negli Stati Uniti Internet inizio' negli anni 70, quando, dietro finanziamento dei militari, alcune universita' iniziarono a collegare i loro computer ed a definire le tecnologie ed i protocolli di comunicazione di quello che poi sara' il TCP/IP, creado la rete ARPANET ; qualche anno piu' tardi la rete arrivo' anche in Europa.
Nei primi anni 80 i francesi avevano sviluppato con un loro sistema: il Minitel, che collegava terminali tramite linee telefoniche per offrire servizi. Il sistema ebbe un certo successo, ma poca diffusione al di fuori della Francia; con l'avvento di Internet ando' in declino, ma cesso' definitivamente solo nel 2012.
Negli anni 80 diverse istituzioni europee iniziarono a collegarsi alle reti americane che stavano crescendo. In Italia solo nell'86 abbiamo il CNUCE a Pisa, che si collega alla rete Internet; negli anni 80-90 diverse universita' ed enti di ricerca iniziano a collegarsi in rete, ma la situazione resto' abbastanza eterogenea e molto legata alle offerte dei diversi fornitori di hardware, ognuno dei quali proponeva le sue soluzioni proprietarie. Gli istituti che lavoravano alla fisica delle alte energie furono fra i primi a strutturare una rete internazionale e si collegarono fra loro, ed al CERN e Fermilab, fra il 1983 ed il 1985; utilizzavano la rete proprietaria della Digital, la rete Decnet. Computers IBM venivano collegati utilizzando la rete Bitnet.
Mentre, in Italia, le reti commerciali erano indietro, il mondo scientifico
iniziava ad organizzarsi. Una tappa fondamentale fu la creazione del
GARR (Gruppo Armonizzazione Reti della Ricerca)
nel 1989, in cui confluirono i maggiori enti di ricerca di allora:
CNR,
INFN,
ENEA,
CILEA,
CINECA,
Tecnopolis CSATA.
Con fondi ministeriali il GARR creo' una dorsale
a 2 Mbit fra 7 nodi principali:
Milano (CILEA), Bologna (CINECA ed INFN-CNAF/ENEA),
Pisa (CNR-CNUCE), Roma (INFN), Frascati (INFN ed ENEA)
e Bari (CSATA); che divenne pienamente operativa nel 1991.
Altri centri si collegarono poi alla dorsale, con collegamenti piu' lenti.
Tuttavia sul backbone, e nei diversi collegamenti, convivevano
diversi protocolli di trasmissione, e non il TCP/IP dell'Internet di oggi.
La rete scientifica italiana era collegate al CERN ed alle reti USA; solo
dagli anni 90 furono creati
backbones europei della ricerca
cui la rete italiana afferiva:
IXI (1987), Europanet (1993), TEN-34 (1996), TEN-155 (1998), e
GEANT (2000).
Anche nell'istituto ove lavoravo la situazione era abbastanza articolata; nei tardi anni 80 avevamo i supercomputer IBM, che erano collegati con la rete EARN, la controparte europea di BITNET, che supportava soprattutto mail ed archivi di documenti (listserver). Questa rete aveva 3000 nodi nel 1990, cofinanziata da IBM, collegava grossi centri di calcolo.
I mini computer della Digital , i VAX, avevano la rete con protocollo Decnet , che collegava gli istituti astronomici italiani (ASTRONET) e i centri di ricerca per le alte energie (HEPNET); questa, assieme alla rete SPAN (Space Physics Network, supportata dalla NASA), aveva 17000 nodi nell'89.
Poi c'erano le reti locali, che collegavano fra loro i computer dell'edificio. I computer della Apple che erano collegati fra loro con AppleTalk, poi c'era in giro anche un server Novell, con netware: la rete della Novell, per la condivisione di files. Infine i PC Windows, collegati con la loro rete.
Tutto questo condivideva un unico cavo coassiale con protocollo ethernet a 10 Mbit, che correva per tutto un piano dell'edificio, collegando, in cascata, i vari computer. Quando il cavo veniva scollegato in un punto, o una connessione veniva urtata e danneggiata, tutta le rete del piano cadeva e bisognava controllare tutti i connettori ai computer per individuare il problema.
I calcoli onerosi li facevamo su un mainframe IBM 370 e successivamente un computer vettoriale IBM 3090 (circa 1985). Negli anni 70 si lavorava ancora con le schede perforate; solo negli anni 80 arrivarono dei terminali interattivi tipo IBM 3270. Se ne era comperata una partita prodotta dalle Ericcson: questi terminali servivano a collegarsi al mainframe, avevano un editor visuale per scrivere i programmi, e limitate capacita' grafiche.
Il mio gruppo pero' aveva un Microvax, con sistema VMS, con cui si lavorava molto piu' agevolmente, in modo realmente interattivo. Siccome non lo faceva nessuno, presi a gestirlo io e nel 1990 lo collegammo alla rete Decnet del CNAF. Fummo i primi del nostro istituto ad essere in rete; ma non era la Internet che conosciamo oggi, si potevano trasferire file, mandare mail, collegarsi ad un computer remoto e lavorare come si fosse li', ma la grafica era limitata, non si trattavano immagini, suoni e filmati.
Il VMS delle Digital era un gran bel sistema operativo, il migliore con cui abbia mai lavorato; ben fatto, ben supportato, si gestiva bene e ci si lavorava bene, ed aveva gia' tutto: la rete, l'interattivita', compilatori, un buon editor (EDT), programmi di utilita', una buon linguaggio di interfaccia (il DCL), e perfino un sistema ben concepito per fare cluster di macchine. La rete Decnet aveva il difetto di poter strutturare poche aree con pochi nodi, ma la Digital nei primi anni 90 implemento' un rete secondo il protocollo ISO/OSI (Decnet fase 5), l'unica implementazione di ISO/OSI che abbia mai visto. Nel 93 migrammo tutti insieme i nodi della ricerca al nuovo prococollo.
La grafica arrivo' con il sistema operativo Unix ed X11. La grafica c'era gia' sui PC, ma con Unix avevamo una grafica "di rete", che permetteva di lavorare in remoto, e girare l'output grafico su un'altra macchina; una cosa molto comoda che oggi c'e' su Linux, ma che la gente sembra ignorare. Il sistema Unix era stato sviluppato fra il 1973 ed il 1974 ai Bell Labs da Thompson e Ritchie; siccome era dato gratis,assieme al suo codice sorgente, alle universita' americane, si diffuse velocemente in ambito accademico, assieme al linguaggio C con cui era scritto. Il protocollo TCP/IP fu integrato in Unix ed Internet adotto' il TCP/IP.
Anche le workstation ad architettura RISC degli anni 80, che soppiantarono i Mini-computer del periodo, utilizzavano Unix, anche se ne avevano fatto varianti proprietarie. Le macchine VAX della Digital utilizzavano invece l'architettura CISC: ove si seguiva la filosofia di fare il piu' possibile con una sola istruzione macchina. Il risultato e' che si avevano CPU complicate, che eseguivano istruzioni complesse, e c'erano molte istruzioni. L'architettura RISC, invece, aveva istruzioni macchina semplici, ma che che potevano essere eseguite dalla CPU in sequenza, come su una catena di montaggio (pipenile), per cui alla fine era piu' efficiente e trionfo' sui computer CISC.
Diversi produttori negli anni 90 vendevano workstation grafiche con processori RISC e sistema Unix: IBM, SUN, HP, SGI, Digital; queste soppiantarono velocemente il mercato dei microcomputer degli anni 80; come i microcomputer avevano prima eroso il mercato dei supercomputer, relegandolo ad un ruolo di nicchia.
La Digital, con architettura RISC, sviluppava il processore Alpha, che era probabilmente il migliore di tutti: a 64 bit, superscalare, era veramente un processore innovativo. Ma la Digital era appesantita dalla base installata di VAX con architettura CISC da mantenere. Sull'onda dei mini-computer e dei VAX era diventata il secondo produttore di computer dopo IBM, ma in pochi anni si ritrovo' in perdita, fu smembrata e nel 1998 la compro' la Compaq. Con la Digital fini' la rete Decnet, e finirono le workstation Alpha, mentre iniziava a crescere il mercato dei PC.
E' sempre lo stesso schema: con la miniaturizzazione dell'hardware, e la sempre maggior integrazione di componenti elettroniche, le apparecchiature piccole ed economiche crescono di potenza, introducono nuove funzionalita' e diventano convenienti rispetto a vecchie architetture, il cui mercato crolla.
Cosi', negli anni 80, i mini-computer con capacita' interattive, tipo i VAX, hanno eroso il mercato dei supercomuter; poi le workstation grafiche RISC degli anni 90 hanno soppiantato i mini; i PC hanno soppiantare le workstation grafiche; i notebook hanno guadagnato mercato a spese dei PC classici, ed oggi (2016) i cellulari, che sono veri e propri computer, ma con fotocamere, applicativi di rete, giochi e tanto altro, erodono il mercato dei PC e dei portatili.
Le tecnologie web, come le conosciamo oggi, iniziano a crescere nel contesto degli anni 90, ove l'informatica era dominata da workstation grafiche Unix, con protocolli di rete TCP/IP; erano ancora i diffusi mini-computer, tipo i VAX, ed apparivano i primi PC, con i processori 386 e 486 di Intel (1989), e poi con il Pentium, del 1993.