Il progetto dello Space Shuttle nasce all'inizio degli anni 60, quando la NASA si rende conto della necessità di dotarsi di un veicolo spaziale riutilizzabile per molte missioni, in modo da ridurre i costi esorbitanti dei lanci spaziali; questo comportava necessariamente che il veicolo potesse rientrare a terra come un normale aereo. |
I primi tentativi vennero fatti nel 1959 con l'aerorazzo North American X-15, un mezzo al limite tra l'aereo e il razzo. I successivi esperimenti vennero condotti con i "lifting bodies", strani aerei sperimentali che servivano per verificare la possibilità di rientrare nell'atmosfera ed atterrare come un normale aereo. |
I primi test vennero fatti col veicolo spaziale Enterprise (OV-101), inizialmente chiamato Constitution, e iniziarono il 17 settembre 1976, in questa fase il veicolo veniva agganciato sopra ad un Boeing 747 appositamente modificato. Tale Boeing viene tuttora usato nel caso si debba trasferire uno degli Shuttle dalla base di atterraggio di Edwards al Kennedy Space Center. |
La prima vera missione (STS-1) la effettuò lo Shuttle Columbia (OV-102) partendo il 12 aprile 1981 dal Kennedy Space Center, con un ritardo di 4 anni sulla data prevista, pilotato dagli astronauti John Young e Robert Crippen; rientrò il 14 aprile 1981 alla base dell'Air Force di Edwards. Inizialmente gli Shuttle vennero usati solo per il trasporto in orbita di satelliti o per effettuare esperimenti scientifici fuori dalla nostra atmosfera; in seguito è stato utilizzato anche per riportare a Terra dei satelliti e per effetture riparazioni in orbita (come nel caso delle missioni di manutenzioni dello Space Telescope). |
Tra le 100 missioni compiuti dagli shuttle dal 1981 all'inizio dell'anno 2000 ricordiamone tre:
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Purtroppo l'1 febbraio 2003 si è verificato un altro grave incidente che ha nuovamente bloccato le missioni degli Shuttle per più di un anno: in fase di rientro lo Shuttle Columbia si è disgregato in tre grossi pezzi, formando delle scie nel cielo della città americana di Palestin e sparpagliando i resti, sia umani che meccanici, su tutto il Texas. Varie sono state le ipotesi avanzate, alcune molto fantasiose: angolo di rientro nell'atmosfera sbagliato, un urto in orbita con dei detriti spaziali che avrebbero danneggiato l'ala sinistra, collisione con un UFO, sabotaggio di tipo politico,... . |
La prima conseguenza del blocco del programma Shuttle è stato il ritardo di circa un mese nel rientro a terra degli astronauti che si trovavano sulla ISS, avrebbero dovuto rientrare con la missione successiva dello Shuttle, hanno dovuto attendere la Soyuz russa per avere il cambio. Il primo lancio dopo il blocco è èavvenuto il 26 luglio 2005, dopo vari rinvii, 2 anni di attesa e 200 milioni di dollari spesi per evitare altre tragedie: il Discovery è partito per la sua 31a missione, la 114a di uno Shuttle da Cape Canaveral e per la prima volta il comandante è stata una donna (Eileen Collins). |
I 7 astronauti sono stati nello spazio 13 giorni, hanno trasportato i pezzi di ricambio necessari per la ripresa del funzionamento di 2 dei 4 giroscopi presenti nella ISS, per installarvi una piattaforma esterna ed hanno trasportato il modulo Raffaello, che all'andata conteneva tonnellate di cibo, mentre al ritorno ha trasportato i campioni di alcuni esperimenti condotti negli scorsi mesi sulla ISS. Avrebbe dovuto essere la prima di una lunga serie di missioni degli Shuttle, purtroppo si è trattato di un lancio isolato; infatti grazie alle telecamere opportunamente posizionate all'esteno del Discovery si è visto che alla partenza dal serbatoio principale si è staccato almeno un pezzo dell'isolante lungo 60-80 cm e largo 6-8 cm, che per fortuna non ha colpito il Discovery. |
La ripresa dei lanci è avvenuto il 4 luglio 2006, quando lo Shuttle Discovery è partito da Cape Canaveral, nonostante una spaccatura di 13cm nel rivestrimento protettivo del serbatoio centrale e il parere negativo dei due ingeneri capi del progetto shuttle, in quanto il problema relativo al distacco di materiale isolante del serbatoio in fase di partenza non è stato risolto. I tecnici hanno tuttavia ritenuto che la missione non avrebbe avuto problemi di sicurezza, anche quando durante la missione è stato rilevato lo "scollamento" e relativo "sbattacchiamento" del tessuto di isolamento termico sotto la cabina; tale tessuto era diventato visibile a causa dalla perdita di alcune piastrelle termiche. |
La missione si è conclusa felicemente nel pomeriggio del 17 luglio 2006 e i responsabili delle missioni shuttle hanno annunciato che prima della fine del 2007 sono previste almeno altre 6 missioni, che avrebbero come obiettivo principale quello di completare la costruzione della Stazione Spaziale Orbitante. Durante tale missione è stato trasportato il modulo Leonardo, con materiale di supporto per gli esperimenti sulla ISS, poi riportato a Terra con 2 tonnellate di rifiuti. Con la missione successiva, partita nel settembre 2006, è ricominciata la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale |
Fino all'incidente del Columbia 4 Shuttle si sono dati il cambio nei voli spaziali: il Columbia, il Discovery (entrambi in uso dal 1983), l'Atlantis (in servizio dal 1985) e l'Endeavor, che ha iniziato ad essere usato nel 1991 in sostituzione del Challenger distrutto nel 1986. Dal dicembre 1997 la maggior parte delle missioni Shuttle sono servite a portare in orbita i pezzi della Stazione Spaziale orbitante attorno alla Terra e dal 2003 ha iniziato a fare anche da servizio di navetta Stazione-Terra e viceversa. Si prevede che gli Shuttle smetteranno di volare definitivamente nel 2010. |
I lanci degli Space Shuttle avvengono in Florida, al Kennedy Space Center (noto come "Cape Canaveral"), dove avvengono anche i controlli fra un lancio e l'altro. I lavori di manutenzione e di riparazione vengono effettuati nell'OPF (Orbiter Processing Facility), un gruppo di edifici alti più di 30 m che possono contenere fino a tre shuttle contemporaneamente: è in questa fase che vengono controllate una per una le 32000 piastrelle termiche ed eventualmente sostituite. Alla fine di questa fase vengono inseriti nel vano di carico i satelliti e/o i laboratori da trasportare; tutto ciò richiede almeno due mesi di lavoro. |
La struttura così ottenuta è alta 56 m e pesa circa 2 milioni di kg; infatti l'enorme veicolo cingolato (crawler lungo 40 m e largo 34 m) usato per trasportare il veicolo su una delle piattaforme di lancio (39A o 39B), impiega circa 6 ore per coprire meno di 6 km. Il conto alla rovescia inizia 43 ore prima del lancio, durante tale intervallo di tempo vengono effettuati tutti i controlli; l'equipaggio si imbarca circa 2 ore prima del lancio, a 4 secondi dal lancio vengono accesi i motori principali, mentre quelli dei boosters immediatamente prima del lancio. |
Nella prima fase dell'atterraggio la navetta effettua delle manovre a "S" per ridurre la propria velocità; 25 minuti prima dell'atterraggio si ha l'interruzzione delle comunicazioni, che dura 13 minuti, a causa della ionizzazione dell'aria che circonda la navetta. A 225 km dalla pista, e a 45000 m dal suolo, la navetta ha una velocità doppia del suono e intercetta un segnale radio che la guida verso la pista di atterraggio in automatico (Kennedy Space Center in Florida o Base di Edwards in California. |
Solo a 40 km dalla pista, e a 15200 m di altitudine, si passa ai comandi manuali; la discesa è a spirale, per ridurre ulteriormente la velocità, che a circa 600 m dal suolo può arrivare a 20 volte quella di un aereo; il carrello viene estratto 14 secondi prima del contatto con la pista, che avviene a circa 340 km orari. Per ridurre lo "stress" sui freni del carrello appena le tre ruote toccano il suolo viene espulso posteriormente un paracadute frenante. Dopo il primo contatto con l'atmosfera tutta la manovra di atterraggio viene effettuata senza l'ausilo dei motori: la navetta si comporta come un gigantesco aliante. |
La fusoliera della navetta contiene la cabina dell'equipaggio, il vano carico (cargo bay, i motori per le manovre orbitali e i tre motori principali. La cabina è formata da un livello superiore con la cabina di pilotaggio, i comandi dei sistemi del vano carico e del braccio meccanico; il livello inferiore è la zona adibita all'alimentazione e al riposo degli astronauti, è qui che si trova la camera pressurizzata per le attività esterne. La navetta può ospitare da 2 a 8 astronauti, tra piloti ed esperti in vari campie, e può restare in volo fino a 14 giorni, la Endeavour fino a 28 giorni; la missione standard dura circa 7 giorni. |
Nel vano carico vengono trasposrtati satelliti, laboratori spaziali e quanto si desidera fino ad un massimo di 28000 kg; al suo interno si trova un braccio meccanico articolato (RMS=Remote Manipulator System) che può afferrare e muovere il contenuto. Sul braccio può essere installata una piattaforma a cui gli astronauti si agganciano durante le attività extraveicolari. |
Forniscono alla navetta la spinta necessaria per raggiungere l'orbita, sono posizionati nella parte posteriore della navetta e utilizzano una miscela di idrogeno e ossigeno liquidi; nel caso in cui anche uno solo dei tre motori non fornisse il 100% di spinta in fase di lancio la navetta non potrebbe raggiungere l'orbita stabilita. Dopo ogni missione i motori vengono smontati dalla navetta e completamente revisionati, per questo vengono montati a rotazione sulle varie navette. |
Detto anche serbatoio esterno contiene il carburante per i motori principali e viene attaccato alla pancia della navetta; la configurazione "piggy-back" è l'unica parte non riutilizzabile dello Space Shuttle, in quanto esaurito il carburante al suo interno viene sganciato e durante il rientro nell'atmosfera si incendia. Il serbatoio, alto 48 m ed con un diametro di 8,50 m, è formato da due scompartimenti separati: quello superiore contiene circa 37800 litri di ossigeno liquido, quello inferiore circa 101200 litri di idrogeno liquido. Poichè il carburante deve essere mantenuto a circa -100oC, il serbatoio è ricoperto da un tessuto schiumoso coibentante di colore arancione, che impedisce anche la formazione di ghiaccio sulla superficie esterna del serbatoio stesso. |
Nello Space Shuttle si respira un'atmosfera composta di 80% di azoto e 20% di ossigeno, alla pressione di 1 atmosfera; l'aria circola grazie ad alcuni ventilatori e viene fatta passare attraverso dei filtri, che devono venire puliti ogni giorno e cambiati regolarmente. All'interno dei filtri ci sono delle pastiglie di idrossido di litio, che assorbono il biossido di carbonio. |
Gli astronauti fanno 3 pasti contenenti sia cibi freschi che liofilizzati ed hanno a disposizione varie bevande. I cibi e le bevande liofilizzati devono essere reidratati prima dell'uso, di questo si occupa la "stazione di reidratazione", una macchina che reimmette nei cibi l'acqua necessaria e che fornisce l'acqua potabile. Le bevande sono contenute in appositi sacchetti con cannuccia, la cannuccia è a sua volta chiusa da una pinzetta che si apre solo al momento dell'aspirazione. |
In genere la giornata viene divisa in 8 ore di riposo e 16 ore di attività varie. Per dormire l'equipaggio si chiude in una specie di sacco a pelo (sleeping bag) che viene agganciato con delle cinture a degli appositi attacchi della navicella, oppure all'interno di armadietti orizzontali che si trova sulle pareti laterali della navicella , le "stazioni del sonno". Per muoversi all'interno della navetta l'equipaggio ha a disposizione molte maniglie attaccate allo scafo. Per le passeggiate spaziali (EVA=Extravehicular Activity) vengono usate delle tute EMU (Extravehicular Mobility Unit), che sono indumenti molto ingombranti e fatto da varie parti. La prima parte è un indumento intimo attraversato da oltre 100m di piccoli tubicini di plastica, attraverso cui passa dell'acqua, per raffreddare il corpo dell'astronauta. Questo indumento serve anche a mantenere la pressione corporea a 0,30 kg per cm2. |
Lo strato più esterno della tuta è diviso in tronco superiore e tronco inferiore; la prima ha una struttura rigida in fibra di vetro e a lei sono collegati il nodulo di controllo, il sistema di supporto vitale, i guanti, l'elmetto e l'equipaggiamento. Le braccia hanno nelle giunture (spalla, gomito, polso) dei cuscinetti che permettono una certa mobilità; i movimenti delle mani sono dovuti a un cuscinetto presente nel polso, mentre le dita si muovono grazie a delle piccole vesciche gonfiabili all'interno dei guanti. Il modulo di controllo contiene i controlli dei sistemi di supporto vitale, lo zaino sulla schiena, e gli apparati di comunicazione; il sistema di supporto vitale può erogare ossigeno puro alla pressione di 0,30 kg per cm2 e contiene il sistema di controllo della temperatura, per regolare il flusso di acqua fredda nella sottotuta. |
La NASA sta studiando il successore dello Space Shuttle. Per il momento sono stati considerati i progetti riguardanti i vettori a stadio singolo; quello che sembra più probabile è l'X-33, da cui dovrebbe discendere il Venture Star. Il progetto (RLT=Reusable Launch Vehicle) si prefigge di sviluppare un vettore capace di portare in orbita un carico, di atterrare in un normale areoporto (e non uno attrezzato in maniera particolare come per lo Shuttle) e di essere pronto a ripartire in poche ore. Questo permetterebbe di ridurre il costo della messa in orbita dei satelliti fino ad un decimo del costo attuale. |
Le immagini, i filmati e parte delle informazioni presenti in questo file sono reperibili nei seguenti siti Internet:
www.spaceflight.nasa.gov
www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/main/index.html
science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/missions.html
seds.lpl.arizona.edu/ssa/docs/Space.Shuttle/index.shtml
Siti in cui è possibile avere una cronologia delle missioni spaziali in tutto il sistema solare:
www.solarviews.com/eng/craft1.htm
www.planetscapes.com/solar/eng/craft2.htm
nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/chrono.html