Nel VII secolo a.C. i Latini fondarono un
piccolo villaggio nei pressi del fiume Tevere, importante via di
comunicazione. In quella zona il letto del fiume era largo e
l'acqua era bassa e dove il corso del fiume si allargava maggiormente,
sorgeva un isolotto, l'isola Tiberina, che lo rendeva facilmente
attraversabile.
Dal guado, ossia il passaggio nel fiume, passava molta gente e si
incrociavano le navi che risalivano il Tevere con quelle che
ripartivano verso il Mar Tirreno.
Nelle coste vicine gli Etruschi lavoravano il sale e, risalendo il
fiume, lo portavano fino a Roma, che era il primo centro di raccolta.
Da qui partiva la via Salaria, la strada che i mercanti percorrevano
con i loro carri.
Gli abitanti di Roma accolsero sull'isola Tiberina i magazzini e le
atrezzature dei mercanti etruschi; col passare del tempo
si associarono al commercio del arricchendosi a loro volta.
Grazie al mercato del sale il villaggio latino divenne sempre
più importante e si unì ad altri villaggi vicini,
diventando ben presto una vera e propria città.
Il territorio di Roma comprendeva sette colli:
Quirinale, Viminale,
Aventino, Capitolino, Celio, Esquilino, Palatino, il primo ad
essere abitato dai Latini. Attorno a questo nuovo nucleo, nato per
difendersi dagli attacchi dei popoli vicini, vennero costruite le mura;
la lega cui diedero vita questi villaggi venne definita "Settimonzio".